VISIBILIUM OMNIUM ET INVISIBILIUM

Sul muro in fondo allo studio, Vincenzo aveva riportato in lettere stilizzate una porzione della frase liminare del Credo: “Visibilium Omnium et invisibilium” (di tutte le cose visibili e invisibili) che si era verosimilmente prefissato come motto. Poco più in là era appeso un quadro con un Cristo in levitazione, un altro rappresentava l’ultima cena, un altro ancora un’Arca di Noè presa nella tempesta. Avrei potuto pensare di essere in presenza di un pittore d’arte sacra se non fosse stato per le carte di tarocchi che aveva riprodotto sul muro laterale dello studio, per la figura cabalistica di toro androsopropo a cui aveva dato il titolo di Aleph blu, per alcuni riferimenti all’oroscopo, alla mitologia egizia e altre antiche credenze. L’universo di Vincenzo mi appariva sempre più chiaramente pregno di Mistero, di spiritualità sincretica, di curiosità contemplativa.

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Yan Blusseau